Domenica 28 settembre 2003: ... il giorno della riflessione

Peccato che è durato poco… Beh, non meravigliatevi di ciò che è successo oggi. Se avete letto il racconto precedente, che io ho scritto circa 2 anni fa, così come tutti gli altri, potete capire che forse ho ragione. E’ bastato poco, pochissimo e l’Italia intera è piombata nel buio. E’ vero, io avevo detto il mondo.. ma a me basta già così per dimostrarvi quanto oggi noi dipendiamo dall’energia elettrica, e soprattutto quanto non né possiamo fare a meno. Per me è stato un giorno eccezionale, e ringrazio “chi” ha causato tutto questo, senza soffermarmi se è stato errore umano, terrorismo, casualità, pure coincidenze, atti dimostrativi… e così via. E’ successo. Il black-out. Il giorno di riflessione. Quando io mi sveglio e sento mia madre che già dice che siamo senza corrente, ma non solo noi l’Italia è senza corrente, accendo la radiolina immediatamente. È così: l’Italia è al buio dalle 03:25! Bellissimo! Ma inizio a sentire già che in alcune zone d’Italia sta tornando la corrente… non fa niente. E’ sufficiente per far riflettere le persone. Iniziamo dalla casa. Niente televisione, niente computer, niente acqua (in molti casi), niente luce, niente frigorifero, niente congelatore, niente elettrodomestici, niente. Le prime ore puoi farne a meno, ma quando arrivi già alla decima, ecco le conseguenze: la radio diventa indispensabile per sapere cosa è successo e quanto ancora bisogna aspettare; l’acqua diventa necessaria per lavarsi, per mangiare, per andare al bagno; il frigo, e soprattutto il congelatore, incominciano a “cacciare” acqua; i telefonini iniziano a scaricarsi; lo stress incomincia a salire per alcuni.. Ma usciamo di casa e troviamo problemi seri, serissimi: niente benzina, niente negozi, niente semafori, niente illuminazione, niente distributori automatici, niente treni, niente aerei, niente. Anche qui le prime ore possono essere sopportate, con generatori e cose simili, per chi né ha. Ma poi: (e questo poi non è successo perché la corrente è tornata)... Le zone più colpite sono state circa 15 ore senza corrente ed è stato caos. Provo a citarvi i numerosi danni che potevano esserci se quel poi si verificava: le macchine non potevano rifornirsi di carburante e quindi gli spostamenti erano ridotti al minimo; le attività non potevano fornire i loro servizi, qualunque attività: dai supermarket agli ospedali, dalle stazioni ferroviarie agli aeroporti; non si poteva fare la spesa e non si poteva viaggiare; i sistemi di allarme fuori uso allarmavano le banche; i servizi bancari, postali erano tutti sospesi. Una parola: caos. Per fortuna tutto ciò non è accaduto. Cosa dire!? Non dobbiamo diventare schiavi delle nostre invenzioni e del nostro benessere. La corrente è utile, ma non dobbiamo credere che sia indispensabile per poter vivere: questo è sbagliato. E prima di lasciarvi, vi ricordo questo giorno che per me rimarrà il giorno della riflessione: 28 settembre 2003 …(domenica…)

Torna Indietro

Home Page