Palinuro 2003
Un campeggio…. con vecchi e nuovi amici… ma anche nuove conoscenze… insomma ancora un campeggio diverso dal solito.
Questa volta senza le magnifiche partite a tre-sette, senza le seratine a ballare i soliti, ma belli, balli di gruppo,
e soprattutto senza le passeggiatine su per le montagne. All’inizio doveva essere tutto organizzato: con prenotazioni
e cose varie già stabilite, come la durata del campeggio, la partenza … ma naturalmente così non è stato. Andiamo con
ordine.
I partecipanti: beh, io non posso mancare, altrimenti non potrei scrivere il racconto; poi c’è mio fratello
Francesco; Vincenzo e Giuseppe, due miei ex-compagni di classe (Vincenzo è presente anche nell’avventura a Peschici);
infine Luigi, Daniele ed Emanuela: amici dell’appartamento dove vivo a Roma. Pian piano nella narrazione cercherò di
aggiungere delle loro caratteristiche che riterrò opportuno fornire.
Si inizia …. ci troviamo già in macchina:
Francesco guida la nostra Peugeot 106, io sono seduto sul sedile davanti, e dietro
un po’ rannicchiati ci sono Vincenzo
e Luigi. Casualmente Luigi, che vive a Sorrento, si trovava in quei giorni qui a Campobasso per il concerto di Francesco
De Gregori. E’ circa l’una di notte del primo agosto quando imbocchiamo la superstrada in direzione Benevento che poi
ci porterà con altre strade fino a Sorrento, a casa di Luigi. Al primo autogrill ci fermiamo: Vincenzo si mette davanti
e io passo dietro. E qui, forse, nasce l’evento del campeggio in generale: HO PAURA!! Una semplice frase di senso compiuto
detta con tono quasi umoristico da Vincenzo ogniqualvolta Francesco faceva una manovra più…. decisa. Poco prima di Sorrento
ci fermiamo per ammirare il bellissimo paesaggio notturno, tutto illuminato dalle luci della città. A casa di Luigi
prendiamo la chitarra che poi ci accompagnerà nel nostro campeggio in diverse occasioni. Poi un tratto della famigerata
autostrada Salerno – Reggio Calabria, ma … io dormivo. Le prime luci dell’alba: una sosta per le foto di Luigi che alla
fine della vacanza realizzerà qualcosa come 200 foto… ma è un appassionato. Il porto di Marina di Camerota: sono circa
le sette di mattina e già c’è gente che si prepara ad affrontare il nuovo giorno in mare. Noi aspettiamo Daniele e gli
altri. Scopriamo che sono solo in due: Daniele, appunto, e sua sorella Emanuela. Ed ora alla ricerca del camping più
vantaggioso per noi. Gira e rigira ci fermiamo al camping “La Pineta”. Un documento in direzione, per i dati e per il
pagamento finale, viene fornito da Emanuela, l’unica ragazza del gruppo. A quel punto il signore dice: “Ma che signori…
la ragazza volete far pagare?” E Francesco subito: “Da noi funziona così!” E ancora il signore: “Bello… mi piace il vostro
paese..!!” Iniziamo a montare le tende nella piazzola che ci è stata data: montiamo la bellezza di 4 tende… e siamo
in 6…!!! Alle 11:00 andiamo a “conoscere” la spiaggia e subito un tuffo in mare. Questa sarà l’unica mattina che
trascorreremo tutti insieme in spiaggia… e già, perché la sveglia, durante questa settimana di campeggio, per alcuni
di noi, non suonava mai..!! Eravamo accampati proprio come albanesi, diceva qualcuno… e diceva bene! Credo che eravamo
gli unici del campeggio che mangiavano per terra, su un telone militare… mentre
c’era gente che si era portata l’antenna
satellitare… il lettore dvd… le piante!! E noi nemmeno sedie, tavolini. Il primo giorno a pranzo abbiamo mangiato una
specie di pasta: il nostro fornellino non era certo adatto per cucinare per sei persone: l’acqua non bolliva ma abbiamo
buttato lo stesso la pasta. Il risultato finale era una colla!... La prima sera rimarrà nella mia mente per sempre:
avevamo deciso di rimanere lì nel campeggio; ci siamo comprati le pizze e siamo andati a mangiarle sulla spiaggia. Non
avevamo i coltelli e c’eravamo dimenticati di far tagliare le pizze… con le mani allora! Tipicamente vi potreste aspettare
un cielo stellato: così non è stato; ma comunque era bellissimo, … almeno all’inizio! All’orizzonte, mentre cantavamo
qualche canzone di De Gregori, De Andrè… accompagnati dalla chitarra suonata da Francesco o da Luigi, ammiravamo i lampi,
fulmini che cadevano nel mare: davvero bellissimo! Poi c’era il faro di Palinuro che con i suoi tre giri veloci e
una pausa dettava i tempi. E così per almeno due ore abbiamo ammirato questo panorama in lontananza… poi un tuono molto
forte, molto vicino a noi… e qualcuno che dice “L’ultima canzone e poi andiamo..!” 30 secondi… passano 30 secondi e
inizia a diluviare. Tutti sotto un tendone di metallo… anche a punta! Bella idea!! L’indecisione iniziale… ed Emanuela
parte: una corsa per arrivare prima sotto le tende. Cosa completamente inutile. Eravamo tutti zuppi... La tenda dove
dormivo, quella più grande da 4 posti, inizia a vacillare… esce un sostegno per il forte vento… e Vincenzo… HO PAURA…!!
In quella circostanza Luigi e Francesco si trovavano nella loro tenda. Emanuela era con me e Vincenzo dato che la sua
tenda era bagnata; Daniele poi è venuto anche lui nella nostra tenda per vedere la situazione. Il vento soffiava e noi
ci siamo ritrovati a mantenere con le mani la tenda per evitare che entrasse l’acqua. Così per dieci minuti. Poi Emanuela
è andata a dormire nella tenda di Daniele; mentre io e Vincenzo abbiamo sistemato un po’ di cose e poi siamo caduti nel
sacco a pelo stremati. Prima di dormire solo qualche grido: “HO PAURA!”
Quando apro gli occhi sono circa le 11:00. Apro la tenda. E’ appena arrivato Giuseppe, come da programma ci ha raggiunti.
Dopo qualche saluto iniziale, la colazione. Dormivano ancora Luigi e Francesco, ma questa rimarrà una costante per
l’intero campeggio. Giuseppe si sistema nella tenda con me e Vincenzo, e così si riforma un terzetto della mia classe
del liceo. Non ricordo chi andò in spiaggia. A pranzo eravamo accampati
all’ombra di un albero, sopra il telone militare.
Naturalmente ai “fornelli” c’erano Daniele e Giuseppe, con qualche aiutino da parte mia e di Emanuela; da precisare che
ora avevamo un fornello serio, di quelli grossi e una buona scorta di cibo portata da Giuseppe. Nonostante ciò ogni giorno
facevamo un po’ di spesa al market lì nel camping. Le nostre mattine erano molto simili: gente che dorme più o meno fino
alle undici (io e Vincenzo), gente che dorme e viene svegliata per ora di pranzo (Francesco e Luigi) e gente che si
svegliava presto, probabilmente in progressione prima Daniele, poi Emanuela e poi Giuseppe, tutti credo tra le otto
e le nove e mezza più o meno. I pomeriggi erano invece molto casuali, ma dal terzo giorno in poi verso le sette la sera,
avevamo preso una certa abitudine a giocare a beach-volley. Qui mentre giocavamo abbiamo conosciuto altri ragazzi e con
loro passavamo anche delle ore a giocare a pallavolo. Noi all’inizio giocavamo con un pallone molto leggero; poi dopo
aver fatto amicizia con questi altri ragazzi, giocavamo con il loro Super-Santos. Devo dire che erano più forti di noi;
ma facevamo progressi… e poi l’importante è che ci siamo divertiti tutti quanti. L’ultima sera con loro siamo rimasti a
giocare fino alle nove di sera: c’eravamo ormai abituati a giocare perfino con il buio, al chiarore della luna. Poi tutti
insieme ci siamo tuffati in mare… ma dopo riprenderò questa che è stata l’ultima sera nel camping. Per i primi due giorni
il tempo è stato nuvoloso. Noi ancora eravamo indecisi se rimanere lì oppure andare da qualche altra parte: Francesco
voleva rimanere solo tre giorni; Luigi se il tempo non cambiava era d’accordo ad andarsene; Daniele era invece propenso
a rimanere per una settimana; io, Emanuela e Vincenzo probabilmente ci saremmo adeguati alla decisione presa. Credo che
così è nata anche qualche discussione sulla parola “gruppo”, ma non posso ricordare le loro idee, perciò esprimo la mia:
per me il gruppo è l’insieme di amici che quando c’è da prendere una decisione, si pensa alla migliore per tutto il gruppo:
le idee personali si incrociano con quelle degli altri e se uno propone qualcosa è solo perché pensa che possa far piacere
agli altri. Il risultato finale non è una specie di compromesso tra idee diverse, ma è l’idea che può far divertire
l’intero gruppo. Le discussioni che nascevano in quei giorni erano molto interessanti… ad esempio un giorno tra Daniele
e Giuseppe inizia un dibattito vero e proprio, naturalmente scherzoso, ma serio (chissà se queste due parole possono
andare insieme!): tutti e due si impegnavano; Giuseppe ricacciava mentalmente perfino i diagrammi e cose simili,
qualche formuletta qua e là, e qualche “parolone” di chimica… Daniele dal canto suo (neolaureato) ribatteva e ogni
tanto ci scappava qualche risata… e tutto questo per rispondere alla domanda: “Perché con il coperchio sulla pentola
l’acqua bolle prima?” …. !!! Sì, posso immaginare i vostri pensieri, ma questi sono quei momenti che puoi vivere e
capire solo quando sei un ragazzo, hai degli amici e sei in un gruppo…
Durante la settimana abbiamo conosciuto oltre ai ragazzi con cui giocavamo a pallavolo
altri due ragazzi, un ragazzo
e una ragazza per la precisione. Erano molto simpatici: la ragazza di Napoli e lui di Roma. Erano nostri “vicini di
piazzola”. Manco a dirlo abbiamo iniziato a conoscerci grazie alla frase evento: Ho paura! Naturalmente è solo una
casualità, ma il secondo giorno, prima di mangiare, la ragazza ci chiese: “Non per sapere, ma chi è quello che ieri
aveva paura?”… abbiamo spiegato un po’ il senso della frase e così abbiamo iniziato a parlare… e siamo diventati amici.
Con loro casualmente ci siamo incontrati una sera ad una specie di sala giochi… ma chiamarla in questo modo non mi piace…
c’erano i videogame situati in un campo di calcetto all’aperto, c’erano i biliardini, ping-pong, il toro scatenato e poi
c’era la navicella spaziale!! Che bello! Naturalmente il primo a provare la navicella è stato Vincenzo… Era un videogame
che ti faceva ruotare a 360°!! Tu ti trovavi a testa in giù, ruotavi in qualunque direzione ed eri allacciato al sedile
con delle cinture di sicurezza che non ti facevano cadere. Lo scopo era quello di sparare agli aerei… ma il bello era
quello di provare quelle sensazioni a testa in giù… e poi il gioco era molto veloce: i movimenti che uno dava alla closh
rispondevano immediatamente… è stata una bella cosa provare quel “giochetto”. E l’abbiamo provata tutti o almeno quasi
tutti: non siamo riusciti a convincere Luigi. Poi un giro sul toro scatenato e una caduta spettacolare di Giuseppe che è
stato sbalzato fuori anche dalle protezioni, ma per fortuna nulla di grave. Lì si poteva anche ballare, ma abbiamo
preferito prendere solo qualcosa da bere. Proprio un bel posto. Il dispiacere più grande è stato quando ci hanno detto
che il gioco del simulatore di volo era l’unico videogame nel suo genere in tutta la Campania… e quindi nel Molise non
ci arriverà mai…
All’interno del camping abbiamo conosciuto anche molte ragazze, naturalmente grazie a Vincenzo che con il suo spiritoso
carattere “romantico” (in poche parole, e un po’ in dialetto, ci sà fà) catturava gente dappertutto: Mina, Alessia,
Francesca … eccetera eccetera. Ragazze carine, simpatiche. Cominciavamo ad essere conosciuti dato che davanti la nostra
piazzola passava gente che cominciava a salutare, chi per un motivo, chi per altri: dei signori ci davano il buon
appetito (sempre verso le tre del pomeriggio!); le ragazze, se insistevamo, si fermavano a parlare; i bambini quando
ci osservavano avevano una faccia indignata e cose simili. Era tutto molto carino. Alcuni pomeriggi, io e Giuseppe,
abbiamo partecipato ai vari tornei di carte che venivano organizzati un po’ con superficialità, ma una volta siamo
arrivati anche in finale… e poi “li abbiamo fatti vincere”! Scherzo! Abbiamo perso. Durante il campeggio, tra di noi
del gruppo, abbiamo giocato a Machiavelli, un simpatico giochetto di
carte con regole simili a scala 40, ma con alcune
varianti… Di solito poi sulla spiaggia qualche tocco con il pallone o qualche
lancio
di frisby o anche i racchettoni, senza trascurare le partite classiche a pallavolo e i bagni infiniti.
Qui finalmente ho potuto riprovare la canoa e ancora una volta mi è piaciuta: con le canoe e con il pedalò abbiamo fatto
alcuni giri lì intorno, visitando anche delle grotte, una in particolare era la
grotta azzurra, davvero bellissima. E qui, una foto era d'obbligo!
Alcuni rimpianti di questo campeggio possono essere, almeno per me e Vincenzo, l’affitto di una barca a motore e
soprattutto l’esperienza del sub… ma sono sicuro che in una delle prossime vacanze che faremo ancora insieme non ci
faremo sfuggire l’occasione… sono certo. Una sera tutti insieme avevamo deciso di uscire e di andare a farci un giro
in qualche locale. Avevamo alcuni biglietti omaggio che ci erano stati dati in spiaggia, e se in uno di questi locali
entravamo prima dell’una di notte, potevamo mangiare e bere gratis! Ma prima di questo abbiamo visitato un po’ il centro
di Palinuro, assistendo anche ad un’ asta di oggetti quali: mobili, quadri, lampade e cose simili. Personalmente io non
avevo mai assistito prima di allora ad un’asta, ma è stato divertente. Poi avevamo deciso di andare in un certo locale
che ci avevano consigliato, ma c’era una fila enorme e si pagava circa 15 euro. Si erano fatte quasi le due di notte e
Daniele, Emanuela e Giuseppe avevano deciso di tornare a “casa”.. ops nella tenda volevo dire. Io, Vincenzo, Francesco
e Luigi invece ci siamo diretti nel locale dove si beveva gratis, ma dato che erano le due ci hanno fatto pagare otto
euro… Lì stranamente non c’era quasi nessuno.. una cinquantina di persone più i proprietari.. eppure si beveva veramente
gratis, quello che volevi: dai super alcolici ai succhi di frutta, con qualche pizzetta di mezzo. Devo dire che abbiamo
bevuto un po’ tutti, sfruttando la situazione, e il bicchiere più gradito è stato sicuramente rum e pera! A flash! Una
scena divertente è stata sicuramente quando, da un tavolino, prima si alza Vincenzo per andare ad ordinare, io lo seguo.
Poi arriva anche Francesco, seguito da Luigi.. e lì a mantenere il tavolino nessuno. Ci siamo accorti che ci avevano
occupato il tavolino, e siamo rimasti al bancone. Poi però quando il tavolino si è liberato ci siamo tornati e a
Francesco gli è venuto un flash: “Vincenzo, ce l’hai tu le sigarette?” “No…” C’hanno fregato le sigarette… Che bello
dico io.
Ad un certo punto siamo rimasti solo noi e i proprietari del locale, ma era davvero tardi. Qualche risata con
Vincenzo che cercava di bere con una cannuccia molto lunga, quasi mezzo metro, direttamente dalle bottiglie dietro
il bancone…. e poi siamo tornati al camping. Qualche minuto per riprenderci… ma la direzione del camping ci aveva
consigliato di andare a letto, per non svegliare la gente che dormiva…
Un giorno siamo andati al faro di Palinuro, ma non c’hanno fatto entrare perché era zona militare e così abbiamo
fatto un giro lì intorno: il panorama era
bellissimo. Sotto di noi c’era il mare con un’acqua bellissima e anche
qui una foto ci voleva. Io e Vincenzo ci siamo affidati alla mano di Emanuela… ed è venuta proprio
una bella foto,
per fortuna. Abbiamo mangiato dei panini, che avevamo preparato, all’ombra di una
vecchia casa che cadeva a pezzi.
Poi siamo andati con le canoe a visitare le grotte… che sudata!
Altri ricordi di questo campeggio per ogni partecipante..…
Daniele: faceva conoscenza con tutti i bambini che incontrava sulla spiaggia per farli divertire; i suoi
massaggi che ti risollevavano erano davvero eccezionali; e poi la sua frase per farmi mangiare cose che non ho
mai mangiato: “Lo sai che fa un sacco bene!”
Luigi: il “fotografo” che ad una mia domanda “Ma hai aperto l’obiettivo?” mi rispose: “No, è chiuso..”
Emanuela: la colazione appena svegliati era perfetta; la nutella poi è stato un acquisto azzeccato! Quando
gli ho proposto di andare a correre, perché dopo si sarebbe sentita meglio… non solo ha accettato (un po’ come Peschici)
una corsetta sulla spiaggia, ma poi anche la sera dopo, di propria iniziativa, è andata a correre…
Giuseppe: beh, le sue teorie non posso non menzionarle… in pizzeria si è rifiutato categoricamente di bere
l’acqua in bottiglia perché è una cosa non giusta: l’acqua è un bene naturale di tutti… (poi se capita ne riparlerò
in altre sezioni del sito); l’ultima sera ha rinunciato a sedersi sulle sedie perché poi quello non sarebbe stato un
campeggio…
Francesco: eee…eh bevilo tutto, bevilo tutto piano piano… questa è un po’ vecchia, ma Vincenzo scoppia sempre
a ridere quando Francesco, per trovare le corde giuste, inizia…. so che detta così non vi dice niente, ma fidatevi:
farebbe ridere chiunque.
Vincenzo: quella sera quando siamo tornati dal locale dove si beveva gratis .… doveva fare la pipì …. avevamo
appena parcheggiato .… è sceso .... c’erano tante macchine .… e l’ha fatta .… uno sportello …..
Tante altre cose da raccontare, ma forse ho già esagerato… ora l’ultima sera… Come è mio solito, l’ultima sera, per
definizione, non si dorme… Iniziamo dalla partita di pallavolo: davvero non si vedeva niente.. il bagno in mare tutti
insieme: noi, i ragazzi con cui giocavamo a pallavolo, e gli altri ragazzi che si erano aggregati a noi:7+4+2=13 persone
in acqua in teoria per l’ultimo bagno.. ma noi avevamo deciso di fare il bagno di mezzanotte… ed erano le nove e mezza!!
Dovevamo ancora mangiare e poi tornare in acqua: impossibile! ma ci abbiamo provato. Abbiamo mangiato le pizze dai nostri
vicini che ci avevano invitato (qui Giuseppe non si è voluto sedere…); abbiamo parlato del più e del meno, ridendo e
scherzando. Non c’eravamo fatti le docce perché dovevamo andare in spiaggia e fare il falò insieme ad altre persone…ma
quando siamo arrivati in spiaggia, non c’era nessuno. Abbiamo raccolto un po’ di legna lì intorno e così, il falò,
l’abbiamo fatto noi. Era l’una di notte: un cielo davvero unico: una luna quasi piena… ci tuffiamo!! (non tutti però)…
Erano gli inizi di agosto e certamente sapete che questo è il periodo delle stelle cadenti. Una domanda: potete dire di
aver fatto un bagno, in vacanza, con gli amici, all’una di notte, e mentre facevate il morto, a pancia in su, … una
stella cadente? Immagino che il cerchio si stringe, ma invito tutti coloro che avranno occasione, a provare questa
esperienza. Poi tutti vicino al fuoco: non faceva freddo, ma almeno ti asciugavi un po’. Ancora a suonare e cantare
con la chitarra… una corsetta… e qualcuno abbandona la spiaggia per farsi una partita a Machiavelli in tenda. Qui si fa
uno spuntino e io assaggio per la prima volta il miele. Si inizia a cedere alle proprie forze: saranno state le sei…
Alla fine rimaniamo solo io e Vincenzo… che si fa? Era la domanda che ci siamo posti… Prendiamo la macchina e arriviamo
a Palinuro… Troviamo un forno aperto, ma i cornetti ancora non sono pronti. Ci rimettiamo in macchina e quando voltiamo
le nostre teste, e all’orizzonte ci appare il mare, un istinto che quasi ci accomuna porta i nostri pensieri in due
direzioni molto simili. Il mio pensiero: affittare una moto d’acqua… e quello di Vincenzo: affittare una barca a motore…
ma nulla di tutto ciò poi si verificherà. Comunque siamo andati al porto e mentre aspettavamo qualcuno a cui chiedere
informazioni, vediamo gente che si sveglia dalle loro barche e comincia ad affrontare il nuovo giorno. Abbiamo visto
anche l’alba da lì, ma poi non ci andava di aspettare fino alle otto per chiedere di affittare qualcosa. Così siamo
andati nella piazza di Palinuro: qui Vincenzo si appisola… togliendosi pure le scarpe! Io lo avverto: “Se poi non ti
svegli, io vado a comprare i cornetti!” E nel frattempo mi faccio una passeggiatina lì intorno… Passate le sei e mezza,
chiamo Vincenzo… niente. Prendo la macchina e vado a comprare al forno un po’ di cornetti (anche per quelli che erano
rimasti nelle tende) e due “bombe” che lì a Palinuro chiamano brioche. Quando torno da Vincenzo, lo vedo sveglio: non
poteva credere che l’avevo lasciato lì da solo…, ma quando ha visto la sua colazione.. né voleva un’altra!! Siamo
tornati al porto e mentre Vincenzo andava a chiedere informazioni, io mangiavo il mio secondo spuntino.. Se volevamo,
potevamo affittare un piccolo gommone, ma stranamente non lo abbiamo fatto: tanto vale tornare in spiaggia e affittarlo
lì alla stessa cifra… E così torniamo al camping… Una sorpresa imprevista: incontriamo casualmente i ragazzi con cui
giocavamo a pallavolo: erano in partenza! Ci risalutiamo con un saluto improbabile: alla prossima! In tenda “qualcuno”
era già sveglio e ha fatto colazione con i cornetti comprati. Noi andiamo ad affittare il gommone… ma quando arriviamo
lì, il gommone era già stato affittato e non né avevano altri.., che sola! Ci siamo distesi in spiaggia: c’era molta gente,
e un chiasso infernale: il sonno cominciava a farsi sentire: unica soluzione, un bagno! Poi un po’ di sole e il ritorno
nella tenda. Mangiamo. E prima di disfare le nostre cose, un bel gavettone a Vincenzo, che dormiva tranquillamente
disteso sul telone militare. A Luigi il compito di lavare pentole e tutto il resto. Il tempo di un
ultimo bagno e di
una foto di gruppo.
La vacanza sta per terminare. L'evento,
HO PAURA, diventa storia
della vacanza con una foto.. I saluti: più che altro gli arrivederci a settembre. … ma prima di
porre fine alla vacanza, ancora una sorpresa: con la nostra Peugeot, io, Vincenzo e Francesco facciamo una piccola
deviazione di circa quaranta minuti per trovare una pista di kart, che secondo un opuscoletto doveva rimanere aperta
fino alle tre di notte!! Ed era vero. Alle nove e mezza circa siamo arrivati: la pista era bellissima e quando ci hanno
dato i copricapo da mettere sotto il casco… ci siamo gasati..!! 10 minuti e 10 euro: un classico praticamente!...
(Dato che anche in Molise si paga la stessa cifra).
Poi un gelato e ci rimettiamo in macchina… questa volta diretti a Campobasso.. senza soste intermedie e senza cena.
Anche qui Vincenzo cade nel sonno e questa volta io lo seguo.. Finisce così una settimana piena di divertimento, con
nuove e vecchie esperienze fatte, con nuovi e vecchi amici. Non resta che dire, alla prossima… con chi? …bisogna aspettare,
CIAO.